Un uomo su una pila di libri più grandi di lui - antichi, ma ben rilegati – fissa l’orizzonte dal suo cannocchiale super tecnologico: attorno ha solo il vuoto, ma in realtà, basta avere la giusta pazienza e saper guardare meglio per rendersi conto che qualcosa di nuovo e di importante sta per arrivare. Un’immagine di forte impatto e visivamente molto bella quella pensata dai due grafici Carlos Thomas Lora Acosta e Simone Ferrari per “Libri Come”, la Festa del Libro e della Lettura che dal 16 al 19 marzo prossimi coinvolgerà l’Auditorium Parco della Musica di Roma in un piacevole tourbillon culturale con oltre cento incontri e trecento autori. Al centro, c’è una scritta - “Confini” - che è poi il tema scelto per questa nuova edizione, l’ottava, sempre capitanata dal magico e vincente trio composto da Marino Sinibaldi, Michele De Mieri e Rosa Polacco che mai come questa volta, hanno regalato alla Capitale un programma così ricco e variegato.
Basta fare qualche nome per rendersene conto. Si va da Emmanuel Carrère a Ian McEwan - che nella stessa giornata (sabato 18, rispettivamente alle ore 19 e alle ore 21) parleranno dei loro romanzi, dei vecchi e di quelli che stanno per arrivare – da Gary Shteyngart (sempre il 18 marzo dialogherà con Gianni Riotta su Breznev e Trump), di cui Guanda ha appena ripubblicato il suo primo e fortunato romanzo, “Il manuale del debuttante russo” – a Juan Pablo Escobar, Hisham Matar e Paul Beatty (tutti e tre previsti domenica 19 marzo), quest’ultimo vincitore, lo scorso anno, del Man Booker Prize per “Lo schiavista” (Fazi). E, ancora, Teju Cole, Eshkol Nievo, Vladimir Sorokin e Carlos Ruiz Zafon, che negli ultimi mesi è tornato alla grande con “Il labirinto degli spiriti” (Mondadori), subito balzato in vetta alle classifiche.
Saranno tanti anche gli italiani presenti, da Paolo Cognetti a Donatella Di Pietrantonio - autori di due tra i più bei romanzi pubblicati dall’inizio dell’anno (“Le otto montagne” e “L’Arminuta”, entrambi Einaudi) - da Teresa Ciabatti (non si può non leggere il suo nuovo lavoro, “La più amata”, Mondadori) a Mauro Covacich (sublime il nuovo romanzo, “La città interiore”, pubblicato da La nave di Teseo), da Maurizio De Giovanni e Carlo Lucarelli, a Susanna Tamaro (che alla Biblioteca Marconi parlerà di confini etico-culturali), oltre a Carmen Pellegrino, Zerocalcare, Gaia Manzini, Andrea Piva, Luca Ricci, Piero Bartolo (il medico di Lampedusa) e Marco Ferrante, autore, quest’ultimo, dell’imperdibile e graffiante “Gin tonic a occhi chiusi” (Giunti) che venerdì 17, alle ore 21, presenterà con Giuliano Ferrara. A Lucia Annunziata il compito di moderare l’incontro con Sergio Romano sull’Europa (sabato 18 alle ore 16), al direttore di Repubblica, Mario Calabresi, l’incontro del 16 marzo intitolato “Come un giornale, mentre a Enrico Mentana quello dedicato ai dieci anni de “La Casta”, il fortunato best seller di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, previsto nella giornata conclusiva alle ore 21. Da non perdere, poi, l’incontro con il nuovo direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia, e la curatrice del programma generale della nuova Fiera milanese 'Tempo di libri' Chiara Valerio, fissato domenica 19 marzo alle ore 16.
Tra le novità, anche le location scelte per i vari eventi. Se l’Auditorium di Renzo Piano continuerà ad essere il quartier generale della manifestazione nelle sue tante e svariate sale (non più nel “Garage”, sicuramente suggestivo, ma troppo rumoroso), quest’anno saranno coinvolte per la prima volta anche le scuole - con un programma rivolto alle superiori che ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale – e ben quattordici biblioteche cittadine, dal centro al Pigneto, dall’Aurelia al Quarticciolo fino all’Eur.
Da non perdere le due mostre previste in cartellone: “Xeneide, il dono dell’Altro- Miti, poetiche e pratiche dell’Ospitalità” (negli spazi di Auditorium Arte), “Spazi d’eccezione (una mostra che intende analizzare la spazializzazione dello stato d’eccezione) e “AUTOritratti”, quella fotografica “work in progress” di Riccardo Musacchio e Flavio Inanniello, ospitata nel foyer e dedicata ai protagonisti di questa edizione.
“Sarà una festa particolarmente ricca e importante", ha ribadito poco fa, durante la presentazione ufficiale, José R.Dosal Ad di Fondazione Musica per Roma. “La città è la capitale dei musei e del cinema, ma non della lettura e bisogna fare qualcosa al più presto”, ha ribadito. “Da straniero me ne rendo conto ancora di più di questa esigenza, perché qui c’è un grande fermento culturale che va sfruttato al meglio”. “Libri Come è una festa che – come ha spiegato all’HuffPost Marino Sinibaldi – “è stata da sempre un luogo dove celebrare una passione, ma insieme sfidarla a superare i suoi limiti”. La parola “confini”, ha aggiunto, “significa molte cose e in molti modi diversi verrà raccontata nei nostri incontri”, ma intanto indica la contraddizione o l’ambivalenza più caratteristica del nostro tempo “che è sconfinato nelle sue ambizioni ed è segnato da vecchie e nuove frontiere nella sua realtà quotidiana”. Se da un lato, infatti, il sogno cosmopolita ha generato l’utopia dell’integrazione e lo spettro della globalizzazione, dall’altro demarcazioni tradizionali e inedite di classe, di etnia, di generazione e di religione “ricominciano a marcare tutti i nostri territori, geografici e immaginari”. Agli scrittori che parteciperanno agli incontri sarà chiesto anche in che modo siano stati influenzati dal tempo in cui vivono e in che maniera siano riusciti a superare alcune difficoltà in momenti come questi in cui proprio la scrittura è tornata ad essere un elemento critico e ad avere un valore fondamentale.
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